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Hanno partecipato circa trenta persone.

Il conduttore Stefano Stefani, Presidente dell’UPF Bologna ha introdotto la prima relatrice, la dott.ssa Julia F. Clancy, docente di inglese all’università di Bologna che come fondatrice dell’associazione no-profit FRANCESCA CENTRE ha presentato l’attività dell’associazione. Psicologi, avvocati, giudici, giuristi assistono le persone che hanno subito violenza fisica o interiore, per tutelarle affinché possano recuperare la loro dignità. Ogni persona è portatrice di valori e la famiglia può essere portatrice di gioia, oltre che a esperienze purtroppo di sofferenza. E’ importante che le persone sentano la loro dignità, in pace ed equilibrio con loro stesse. La famiglia infonde un senso di amore e unità che consente di essere accettati e riconosciuti per quello che si è. Come genitore occorre darsi delle priorità.: autorevolezza, rispetto, gentilezza, onestà, responsabilità, autonomia e occorre vivere in accordo a questi valori che sono nutriti con l’esempio e trasmessi con la pratica.

La seconda relatrice, la Dott.ssa Antonella Cioccariello che lavora da 15 anni nelle consulenze familiari dell’UCIPEM, ha iniziato presentando la storia dei consultori familiari, che lavorano su situazioni del momento, con un approccio socio-educativo con ascolto attento e partecipato e con un accoglienza incondizionata riguardo a qualunque situazione che le persone o le coppie portano loro, conducendo le persone ad aprirsi e guidandole verso una vita “piena”. Solo se siamo in pace con noi stessi, possiamo essere in pace con gli altri. Nel consultorio si aiutano le persone a esplorare se stesse e ad aiutarle a riconoscere i loro sentimenti ed emozioni, per essere in grado di far fronte ai loro problemi, stando a loro fianco. Vi è anche una serie di figure professionali che aiutano il consulente: psicologi, psichiatri, avvocati, logopedisti, operatori olistici; questa è la forza del consultorio. L’80% delle coppie che accettano di fare un percorso di coppia a causa di disarmonie, non si separano, perché dedicano il loro tempo prezioso per osservare, prestare cura a quello che dicono e fanno, per rimettersi in gioco con l’aiuto del consulente familiare che li sostiene, facilita e decodifica. Accanto alla consulenza c’è la mediazione familiare: le coppie che hanno deciso di separarsi e che hanno figli. Si lavora con il mediatore familiare e l’avvocato per attutire i conflitti tra i coniugi per evitare che i figli diventano gli strumenti della rabbia della moglie o del marito. Il consultorio è uno spazio di libertà, nelle fasi di crisi profonda c’è bisogno di sostare un po’. C’è bisogno di fermarsi, trovare un luogo per riscoprire il cammino della vita familiare; è una casa di amore e libertà, una porta aperta dove le persone non si sentono sole, ma agiscano per rialzarsi e proseguire il cammino. Nelle giovani coppie del mondo moderno le difficoltà maggiori sono quelle di passare dall’amore romantico all’amore che si costruisce e ciò richiede impegno, con a volte convivenze molto conflittuali. I rapporti tra generazioni con i genitori e i nonni: abbiamo genitori adulti con molta fragilità e immaturità. In questa realtà i genitori assomigliano molto ai figli. Un’altra difficoltà è quella della comunicazione. Non è facile, ma ne vale la pena. Le persone capiscono che le difficoltà si possono affrontare.

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La dott.ssa Silvana Sandri, terza relatrice che lavora come insegnante nelle scuole elementari, psicopedagogista e nel consultorio familiare, ha parlato della comunicazione. Comunicare, nel significato della desinenza della sua parola “care” significa prendersi cura, avere a cuore. Nella radice, “comune” significa portare fuori, scambiare, provvedere, muoversi, scorrere e questa ricerca e consapevolezza appartiene a tutti e a tutto l’universo. Tutto è interconnesso e ogni fenomeno dell’universo influenza un altro, come si può vedere a livello elettromagnetico nella fisica quantistica. Tutti siamo armonicamente connessi. Anche nel mondo vegetale si può dimostrare che le piante hanno emozioni. Anche gli esseri umani hanno comportamenti differenti. Solo il 7% della comunicazione umana avviene per linguaggio. Tutto il resto: il comportamento, l’atteggiamento e il tono di voce che non sono verbali, sono molto importanti. Dobbiamo rendere quindi il linguaggio in sintonia con il modo in cui veicoliamo le cose che abbiamo da dire. Non comunicare è impossibile: la comunicazione è uno scambio continuo, anche quando non si parla. Dobbiamo stabilire una base di comunicazione efficace, senza fretta, nel momento giusto, in un ambiente appropriato. Dobbiamo anche superare i pregiudizi, gli argomenti difficili; quindi abbiamo degli ostacoli. Le fondamenta per una buona comunicazione è quando c’è un ambiente appropriato, si prende il tempo giusto e non pochi secondi. L’ascolto è importante. E’ buono porre delle domande: “Hai capito bene, Mi sono spiegato bene? Come ti sembra?” Comunicare senza accuse e giudizi, cercando di focalizzarsi sul problema da risolvere. Il primo luogo della comunicazione efficace è la famiglia, ma se ci sono problemi, occorre aprirsi alla comunità esterna di psicologi, consulenti, amici, colleghi di lavoro, a guide spirituali. Conoscersi, confrontarsi; come coniugi a volte si sbaglia, s’inciampa, come un bambino che inizia a camminare. Prestando cura alla nostra comunicazione, dando la possibilità di migliorare se stessi per trovare la crescita e dare questa stessa possibilità anche all’altro, si può costruire la pace di cui abbiamo bisogno.

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Il quarto e ultimo relatore, Carlo Zonato, Presidente di UPF (Universal Peace Federation) Italia ha presentato questa federazione, in particolare la passione e la determinazione dei coniugi Moon alla costruzione della pace. La famiglia è l’anello di congiunzione tra il singolo e l’insieme: ognuno ha bisogno di relazioni. Per la costruzione della pace c’è la necessità che la famiglia possa essere il fulcro centrale della costruzione della società. I valori centrali di tutte le persone derivano dalla genitorialità originale del Creatore che ha costruito l’universo in dualità: mascolinità e femminilità e natura interiore e forma esteriore. Questa dualità è espressione della genitorialità. Anche noi quindi abbiamo una genitorialità che abbiamo perso. Ogni bambino ha bisogno di una genitorialità. Tutti le religioni parlano di questi valori fondamentali che sono uniformi. Tutti le fedi parlano della volontà di Dio e di quella degli uomini, l’uomo è dotato di libertà e di responsabilità e della capacità di rispondere a un progetto comune. Ogni famiglia è un importante mattone per costruire un legame sociale. In una famiglia, con la comprensione, la capacità di ascolto e di rispetto si costruisce la maturità di cuore e di carattere. E’ una palestra del cuore, il quotidiano che allena i nostri cuori. Non possiamo giudicare gli altri, non siamo in grado di farlo, ma abbiamo insito un desiderio di pace. Lavoriamo insieme per costruire rete, ecco lo scopo della IAPP (Associazione Internazionale dei Parlamentari per la Pace) e IAPD (Associazione Interreligiosa per la Pace e lo Sviluppo), recentemente inaugurate dalla UPF.