Giustizia e pace: diritti da salvaguardare e promuovere
Maturità individuale e coesione nella coppia

 

La visita a sorpresa della già Ministra all’istruzione Valeria Fedeli ha proiettato i presenti nel mondo della scuola e sul fatto che in questo tempo c’è una sottovalutazione della funzione dell’educazione e dell’istruzione per costruire quotidianamente per il futuro le condizioni della pace. C’è una multidisciplinarietà da immettere nel percorso formativo dei ragazzi il cui centro è “l’altro siamo noi”. Un punto decisivo è stato far affrontare all’interno delle scuole anche il tema dell’uso del linguaggio, del dialogo e del confronto con opinioni differenti. Antonio Stango, presidente della FIDU si occupa da molti anni di diritti umani, dal tempo della conferenza di Helsinki per la sicurezza e la cooperazione in Europa del 1975, nata con lo spirito che la pace può essere garantita, la sicurezza può essere ottenuta, la cooperazione può essere vissuta se gli Stati partecipanti rispettano i diritti umani al proprio interno, ed ha quindi sottolineato come il legame tra pace e diritti umani veniva allora affermato con solennità. Ricordando inoltre che proprio a palazzo Giustiniani fu firmata la Costituzione democratica repubblicana italiana, noi ora stiamo vivendo al centro di una storia dinamica, di proposizione e di speranza. Marco Ricceri, segretario Generale di EURISPES ha posto la domanda di come celebrare la giornata della pace oggi e l’anniversario della DIDU ora che siamo entrati nella quarta rivoluzione industriale. Per superare il disorientamento venutosi a creare in tutti i campi è necessario che si recuperi uno spirito di collaborazione fra i vari mondi della scienza, della politica, dell’economia, della società. Senza il recupero di questa collaborazione è difficile progredire, quindi uno dei compiti della politica è sì raccogliere le idee, ma anche proporre una visione, un percorso, un cammino. Necessario avere un’idea del futuro da innescare nel presente. Per difendere la pace dobbiamo costruire le condizioni per un orizzonte condiviso in due modi: usando le piattaforme internazionali e ritornando al principio dell’armonia. Lavorare insieme fra mondo scientifico, politica e mondo economico diventa un passaggio obbligato. La prima parte dei lavori si è conclusa con il contributo del dottor Fadi El Kheir, libanese, che ha ringraziato pubblicamente l’Italia per il contributo che sta dando nei processi di pace, con le forze dell’ordine nei campi profughi libanesi, riconoscendolo come uno dei pochi Stati che può davvero farsi garante e promotore di pace nel mondo.         

 

Con il Ministro dell'Istruzione Valeria Fedeli         

La seconda parte del convegno ha posto enfasi su quanto gli aspetti interiori, spirituali, siano indispensabili per un equilibrio individuale, familiare e sociale che porti alla pace. Giuseppe Calì coordinatore UPF per l’Europa del Sud ha presentato la nuova creatura di UPF, ovvero la IAPD, partendo da una panoramica di iniziative e progetti portati avanti nel mondo per favorire il dialogo, la collaborazione e l’inclusione, mettendosi al servizio degli altri. Cosa può dare in più la IAPD rispetto al dialogo interreligioso? Da una carrellata dai testi sacri delle maggiori confessioni religiose è emerso l’enorme potenziale di mediazione, tolleranza, dialogo e pace alla base dei loro fondamenti. La IAPD nasce per portare vera giustizia, prosperità condivisa e vita sociale volta alla felicità e al benessere. Politica, religione e società civile insieme per risolvere conflitti e divisioni attraverso la formazione di nuove generazioni integre, provviste di visione, spirito di sacrificio e amore per l’umanità. Raffaella di Marzio, direttrice del centro studi LIREC sulla libertà di religione, credo e coscienza ci ha edotti da una parte sullo stato delle violazioni in materia in diverse parti del mondo, con particolare riguardo all’Europa nel contesto del tema sui diritti umani, ma ha anche posto enfasi su come la religione può essere un fattore positivo per la società, in quanto esiste una connessione diretta e forte tra la libertà religiosa e la pace. Tutte le religioni devono avere la stessa dignità e le stesse opportunità. Qui ci troviamo nell’ambito di una associazione che è anche interreligiosa: per avere impatto sulla realtà c’è un’unica via per portare avanti questi valori. Bene parlare di educazione e scuola, ma c’è la necessità di una nuova generazione di giovani formati a questi valori che entri nella politica, una nuova classe di dirigenti che ci crede davvero. Con Dora Bognandi, responsabile della Federazione delle Donne Evangeliche in Italia il pubblico in sala ha percepito la passione della pace in un profondo contesto spirituale femminile. Nel suo intervento ha detto che se sentiamo la necessità di parlare di pace è perché ne avvertiamo la mancanza. Ci interessa quella che si ottiene con la consapevolezza, l’accettazione leale del diverso da sé, l’ascolto accogliente delle idee altrui, l’accettazione della pluralità delle idee, l’assunzione di responsabilità e l’impegno per ottenerla. La vera pace si ottiene costruendo. I due aspetti che più l’hanno coinvolta nel bisogno della pace sono stati le relazioni tra persone che professano fedi diverse e le relazioni fra uomini e donne. Per affrontare e risolvere queste problematiche è necessario verificare e vegliare. Anche pregare per la pace ha un valore sociale. Elisabetta Nistri, Presidente della Federazione delle Donne per la Pace nel Mondo Italia ha concluso la serie degli interventi con una toccante relazione centrata sul ruolo delle donne nella costruzione della pace e di come essa si possa diffondere soltanto se è già dentro di noi. Una condizione interiore molto forte che impedisce di vacillare di fronte alle difficoltà. Un diritto fondamentale che per essere reale richiede impegno da parte di tutti e rispetto di regole e doveri. La pace nasce dall’investimento di sé stessi per il prossimo donando amore vero. Vivendo questo principio generiamo benessere e prosperità che si moltiplicano nel tempo e nello spazio. Capire il nostro ruolo e il nostro valore con l’unicità delle nostre caratteristiche ci porta alla realizzazione della pace e dell’armonia. Per stare bene e in pace con sé stessi è necessario amarsi e noi possiamo generare amore attingendo alla fonte d’amore inesauribile di Dio. Da qui il ruolo fondamentale della donna che può emergere nella società con un cuore di madre che sa prendersi cura del prossimo e del bene comune. Durante la mattinata sono stati anche consegnati i certificati ai nuovi Ambasciatori di Pace che si sono distinti nelle loro attività per una società migliore.

 

Sala Zuccari, Palazzo Giustiniani

 

 

Per vedere l'album fotografico completo, cliccare il seguente link: https://bit.ly/2QbGZtk

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