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Giustizia e pace: diritti da salvaguardare e promuovere
Maturità individuale e coesione nella coppia

Convegno Nazionale UPF e WFWP a Monza:
«EDUCAZIONE ALLA PACE
Il nutrimento delle coscienze»
In occasione della “GIORNATA INTERNAZIONALE PER LA PACE” indetta dalle Nazioni Unite, si
è svolto sabato 26 settembre presso l’Urban Center di Monza il convegno sul tema “EDUCAZIONE
ALLA PACE: il nutrimento delle coscienze”.

 

Promosso dalla UPF Federazione Internazionale per la
Pace e dalla WFWP Federazione delle Donne per la Pace nel Mondo con la collaborazione di diverse
associazioni e con il Patrocinio della Commissione Italiana UNESCO, il Comune e la Casa
delle Culture di Monza e la Provincia di Monza Brianza.

Molti i temi trattati nelle varie sessioni del convegno: il ruolo delle donne nel processo
di pace, il cammino per la comprensione di un reale percorso di pace che è avvenuto
in questi ultimi decenni.

Gabriella Mieli, vicepresidente della WFWP Federazione delle Donne per la Pace
nel Mondo, nel suo intervento ha voluto puntualizzare come il Rev. Moon, fondatore
della WFWP, abbia sempre sottolineato il ruolo fondamentale che le donne hanno in
quest’era. Il tema della giornata era duplice, e verteva su Educazione alla Pace: Il nutrimento
delle coscienze ed il motto dato dall’ONU: “Partnership for peace – Dignity
for all” (Cooperazione per la Pace – Dignità per tutti). E le donne sono pienamente
coinvolte, in quanto è sempre stato nel loro DNA il pensare al nutrimento (materiale e
morale) delle nuove generazioni, cercando di provvedervi attraverso la collaborazione
piuttosto che la competizione.

Una sessione del convegno ha avuto come titolo “Il ruolo dell’economia”. Con una
breve introduzione di Carlo Zonato (presidente UPF Italia) che ha ricordato come non
solo la cooperazione interreligiosa ed internazionale, ma anche gli sforzi interdisciplinari
siano fondamentali nella visione della UPF. Ci si è posti la domanda: come può
l’economia contribuire alla pace, quando sembra invece che spesso sia all’origine di
conflitti o disuguaglianze?

Una prima risposta è stata data dal prof. Stefano Bartolini, docente di Economia Politica
ed Economia Sociale presso l’Università di Siena ed autore del libro “Manifesto per la felicità”.

Il prof. Bartolini ha mostrato come non sia normale per gli economisti parlare di felicità: per tutta la storia l’argomento è stato affrontato per lo più da filosofi e poeti, ma è naturale che anche gli economisti provino a farlo, a modo loro (analizzando i dati). E il collegamento tra felicità e pace è quasi immediato: gente più felice è anche più pacifica! Si è poi passati a una concisa analisi del libro scritto da Bartolini. “Gli economisti in genere pensano che più soldi corrispondano a un maggior grado di felicità, e si è cercato di trovare questa correlazione nei dati statistici riguardanti gli Stat Uniti. Si può  facilmente notare come a una curva del PIL in crescita pressoché costante corrispondi una curva decrescente sui dati riguardo la felicità degli americani, considerando sia dati “soggettivi” (che analizzano la percezione degli intervistati stessi circa il proprio livello di felicità), che dati “oggettivi” (che mostrano una maggiore diffusione di malattie mentali e consumo di droghe leggere e pesanti)”.

“La vera prevenzione ai problemi sta nel lavorare sulla felicità. Purtroppo abbiamo organizzato
una società che non si basa sulla cooperazione, che è invece una delle nostre capacità biologiche più importanti”. Una delle nostre sfide è tornare ad investire su questo enorme capitale relazionale.

Sono stati affrontati temi quali le relazioni degli Stati Africani al loro interno e con l’Occidente.
La dr.ssa Beatrice Nicolini, docente di Storia e Istituzioni dell’Africa presso l’Università Cattolica del Sacro
Cuore di Milano, ha evidenziato alcuni pregi e difetti di molti Stati africani.
Si è parlato di ecologia ambientale e di come eliminare la cultura dello spreco, soprattutto in ambito alimentare.
Infine si è messo l’accento sull’importanza dei valori religiosi nel creare sempre una migliore integrazione e conoscenza tra le diverse culture. Di seguito alcuni passaggi tratti da un articolo redatto da “Il Dialogo di Monza”.

da “Il Dialogo di Monza”
Piccole grandi idee per un mondo di pace
[…]
È stata una giornata intessuta di parole, di racconti e di proposte quella che si è svolta ieri all’Urban Center del Teatro Binario 7 di Monza.

Una giornata che ha dato spazio e voce a tante piccole storie che ne raccontano una grande, grandissima, e rivoluzionaria. Raccontano di come sia davvero possibile realizzare un mondo di pace nella quotidianità.
Una giornata in cui sono state avanzate proposte che a molti sembreranno magari fuori dal mondo, visionarie e utopiche, ma che forse basterebbe solo un pizzico di buona volontà per far diventare realtà concreta.

Il tema era “Educare alla pace”, il sottotitolo “Il nutrimento delle coscienze”,
l’occasione le celebrazioni della Giornata Internazionale per la pace nel mondo organizzata dall’Onu, gli organizzatori UPF (Federazione Internazionale per la Pace), WFWP (Federazione delle Donne per la Pace nel Mondo) ed il Comune di Monza.

Si è parlato di sostenibilità, condivisione, dialogo inter- e intra-religioso, cura del pianeta e degli altri. Agli ‘appassionati’ relatori, per lo più rappresentanti di realtà religiose, politiche e associative, va il merito di essersipresentati all’appuntamento innanzitutto come persone, portando le proprie esperienze e le proprie idee con umiltà e disponibilità all’ascolto, in un clima costruttivo e aperto.

“Mai come ora Monza è chiamata a essere una città aperta, una città che sia ‘casa delle culture’, una città di pace”, ha detto il sindaco Roberto Scanagatti aprendo il convegno, dopo una prima introduzione a cura di Carlo Chierico ed Ettore Fiorina di UPF Monza. “Siamo tutti chiamati a diffondere una cultura di pace, in una battaglia che deve essere condotta quotidianamente. Riconoscendo l’altro, il diverso, come soggetto con cui è possibile uno scambio importante: solo così possiamo fare davvero della diversità nutrimento per le coscienze”. Il riferimento è all’attualità e al territorio, alla questione dei migranti e dell’accoglienza, un problema che s’inquadra in una situazione geopolitica globale che nel corso del convegno diversi relatori hanno definito “da Terza guerra mondiale”.

Ha condotto tutti quanti dall’altra parte del mondo Giuseppe Calì, presidente onorario UPF Italia, presentando Modadugu Vijay Gupta e Anota Tong, i vincitori del premio Sunhak Peace Prize, conferito dall’associazione a livello mondiale.

Il primo, un biologo indiano, promuove l’acquacoltura come una soluzione alle crisi alimentari del mondo. Il secondo, presidente della repubblica del Kiribati, è impegnato a risolvere il difficile problema ambientale della sua isola, un atollo del Pacifico che l’oceano sta progressivamente sommergendo per effetto dei cambiamenti climatici. Due storie che hanno introdotto un argomento tra i più scottanti e urgenti del nostro tempo, che ha rappresentato accanto alla questione delle migrazioni internazionali e dell’incontro tra culture il secondo fil rouge della giornata: il tema della cura del pianeta e delle risorse naturali.

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