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Giustizia e pace: diritti da salvaguardare e promuovere
Maturità individuale e coesione nella coppia

Hare Krishna
La pace è desiderata, cercata, addirittura gridata da gran parte della popolazione
mondiale, tuttavia, sebbene il desiderio di serena convivenza tra i popoli sia auspicato dai
più, l’attuazione di un progetto così importante, quale quello della conciliazione globale, ha
bisogno di appoggiarsi su strutture con fondamenta solide e non come spesso accade sul
sentimentalismo ideologico o sull’emotività.

I grandi finanzieri, le multinazionali, spesso interagiscono con i cosiddetti “governi guida”
del pianeta, ovvero gli Stati che dispongono di forte potere economico. Questa
jointventure, si impone subdolamente, pilotando stili ed obiettivi di vita della popolazione
dei Paesi come anche le scelte politiche, che diventano subordinate a quelle della finanza
e non viceversa come dovrebbe accadere in una società equilibrata.
Il consumismo e la conseguente sovrapproduzione di oggetti, molti dei quali superflui,
alimentano un modo di vivere che inserisce il malcapitato cittadino in un meccanismo
perverso che lo porta a divenire ingranaggio di un sistema che, invece di assolvere la
funzione originale propria della struttura governativa, ovvero di creare le condizioni per un
equilibrato sviluppo psicofisico e una crescita interiore dell’individuo, lo sfrutta a uso e
beneficio di pochi leader scaltri e interessati, e dei loro seguaci.
L’interesse di molti governanti per gli stessi conterranei è spesso opportunistico; che dire
dell’atteggiamento di questi verso altri Paesi, con i quali spesso la relazione è motivata
unicamente da profitti economici.
La funzione di un leader politico (ma anche religioso) è quella di servire il popolo; se
questo non avviene, tutto il sistema ne risente. Solo i leader coerenti e ispirati possono
guidare le masse verso attività meno futili di quelle legate al semplice accumulo di prodotti
o di proprietà. Il corretto collocamento nei settori di responsabilità di persone altamente
qualificate, non solo professionalmente ma soprattutto moralmente, esemplari nel
comportamento e non discutibili, è indispensabile. Sempre più spesso nel mondo si
vedono invece queste posizioni ricoperte da leader criticabili ma abili nell’uso di un
linguaggio suadente, oppure potenti economicamente o addirittura eletti per diritto di
discendenza. Solo un riequilibrio in tal senso potrà eliminare egoismo, prepotenza,
arroganza, menefreghismo, concimanti estremamente efficaci ad alimentare odio,
razzismo, opportunismo… le radici della guerra!
Uniformare il pensiero a livello mondiale come alcuni potenti stanno cercando di
realizzare, è idea improbabile, verosimilmente impossibile, poiché ogni popolo affonda le
proprie radici in culture differenti, spesso incomprensibili a chi non proviene da esse, e la
stessa accettazione delle diversità in termini pragmatici e non astratti comporta un sforzo,
arduo ma fondamentale, per ottenere un fine così importante come quello della pace
universale.
Gli abitanti del mondo intero hanno perso la capacità di convivere perché sono scesi dalla
piattaforma che permette l’unica possibile unione tra essi, ovvero quella spirituale.
In accordo alla cultura vedica, la consapevolezza dell’esistenza di Krishna – Dio – (che
significa in sanscrito “l’Infinitamente Affascinante”) è il collante che unisce, il filo conduttore
che permette relazioni armoniose tra gli uomini, se questa visione è comune,
immediatamente il desiderio di primeggiare e sottomettere altri al proprio pensiero diventa
inconcepibile e inutile.
Il comune interesse per la ricerca della spiritualità e di Dio sono necessari per ristabilire le
leggi Divine, che con scarso successo si è tentato di sostituire con quelle degli uomini,
leggi umane promulgate da uomini fallibili, per questo soggette a errore.
Sovente, per interesse, la religione è stata relegata a semplice ritualismo, le Scritture
sacre di ogni fede sono state interpretate e modificate per renderle più facilmente
esportabili e quindi usate per fini espansionistici.
Tutto questo non ha nulla a che vedere con la vera religione che ha la funzione di
permetterci di riavvicinarci a Krishna, Dio, di ristabilire il legame che eternamente a Lui ci
lega e di riportarci nel mondo spirituale che per egocentrismo abbiamo lasciato. L’armonia
e la pace senza Krishna sono solo miraggi e la stessa felicità a cui tanto agogniamo, se
ricercata nelle cose materiali, non sarà percepibile che per brevi istanti, temporanea
poiché derivante da oggetti e situazioni temporanee. L’unica vera e duratura felicità sarà
quella conseguente la connessione con la fonte della felicità, Dio.
Krishna nella Sua infinita misericordia discende nel mondo materiale in differenti forme e
con diversi nomi (come ad esempio: Allah, Buddha, Govinda e moltissimi altri) per
mostrarci percorsi apparentemente diversi, allo scopo di riportarci da Lui. Questi sentieri
spirituali sono adeguati al livello di comprensione dei differenti individui, da qui le varie
religioni che altro non sono che affluenti dell’unico fiume dell’amore per Dio che sfocia
nell’oceano della conoscenza trascendentale. Le diversità sono in quest’ottica fonte di
arricchimento e non di ostilità. La religione non potrà che portare amore e non odio, c’è
però da chiedersi, viste le guerre anche fratricide in suo nome che sconvolgono il pianeta,
se certi suoi rappresentanti sono autentici. Il dovere dei religiosi è quello di guidare gli
individui verso il vero obiettivo della vita, la realizzazione spirituale.
Questo deve essere fatto con l’aiuto dei leader politici e degli amministratori, che hanno a
loro volta il dovere di garantire il giusto benessere ai cittadini, che soddisfatti, avranno così
l’opportunità di dedicarsi ad attività più consone alla forma di vita umana. A differenza
degli animali che per natura non possono che impegnarsi in attività primarie quali il
mangiare, dormire, riprodursi e difendersi, gli umani hanno il diritto e dovere di porsi
domande più profonde e utilizzare meglio il tempo concesso in questa breve vita sul
pianeta. Sprecare la vita invece finalizzandola alla sofisticazione di un godimento
temporaneo, non soddisferà le reali esigenze dell’anima che costituisce il nostro vero sé.
L’alternativa alla spiritualità è sotto gli occhi di tutti: divisione, prevaricazione e contrasti.
Uomini di religione, umili uomini di Dio, amministratori aperti e onesti, voi avete la chiave
per risolvere i conflitti nel mondo, se il vostro desiderio sarà sincero, la soluzione sarà
possibile. Aiutate il mondo a ritrovarsi, aiutatelo a riposizionarsi nell’equilibrio cosmico, che
in equilibrio è, poiché sorretto da Krishna, da Dio.
Sosteniamo e incoraggiamo il dialogo, allarghiamo le nostre menti aiutando le espressioni
culturali e religiose, sorreggiamole, anche economicamente: lì sta la soluzione dei conflitti
poiché con la comunicazione e la conoscenza, si eliminano i pregiudizi e gli scontri.
Abbiamo provato a vivere senza Krishna, ma i risultati sono solo sofferenze, guerre,
avversità, infelicità, per favore uniamo gli sforzi per proporre all’intera società l’unica
soluzione efficace per i suoi mali quella di rimettere Krishna – Dio – al centro delle nostre
attività.
Senza una visione spirituale, senza Krishna, non ci potranno essere soluzioni efficaci e
durature.
Amiamo Dio e di conseguenza ameremo gli uomini, se li ameremmo, come potremo
combatterli?
Hare Krishna

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