UPF Italy Banner

Giustizia e pace: diritti da salvaguardare e promuovere
Maturità individuale e coesione nella coppia

EDUCAZIONE ALLA PACE: VISIONE E PERCORSI
Atti del Convegno

Si è tenuto all’Urban Center di Monza, il 20 settembre scorso, il Convegno «Educazione alla Pace - Visione e percorsi»; l’incontro è stato seguito, in serata, dall’ormai consueta Veglia Interreligiosa di preghiera per la pace nel mondo. Un Convegno per certi aspetti unico: dal punto di vista della struttura per il gran numero dei relatori che - cosa rara - hanno rispettato i tempi previsti per i loro interventi; dal punto di vista dei contenuti per la concretezza delle proposte avanzate e delle realizzazioni concrete presentate; dal punto di vista dello spirito dell’incontro è stata notevole la convergenza degli interventi sugli argomenti in discussione. Pur nell’espressione di idee diverse, le parole chiave erano veramente: “convergenza”, “rispetto”, “accettazione”, “interazione”, “cooperazione”.

Dal Convegno sono rimasti fuori le ideologie precostituite, gli scontri verbali, l’intolleranza reciproca, che a volte coinvolgono anche persone con le migliori intenzioni. Ciò non significa appiattimento su una linea; significa invece che è stata compresa l’importanza dell’obiettivo comune e della necessità di unire le forze per raggiungerlo, pur provenendo da direzioni diverse. Che è poi esattamente l’obiettivo che la UPF si pone. L’incontro, che ha visto la partecipazione di un numeroso pubblico, circa 160 iscritti tra mattina e pomeriggio, è stato aperto dal Presidente della UPF Monza, Carlo Chierico, che ha espresso un desiderio straordinario e lanciato un’idea agli amministratori monzesi: rendere Monza la Capitale della Pace; lo stesso Sindaco di Monza, Roberto Scanagatti, nei suoi saluti di benvenuto, ha ripreso l’idea, confermando l’intenzione di fare di Monza, se non proprio la capitale, almeno la Città della Pace, spunto ripreso dal direttore di Mbnews, Matteo Speziali. Poi si sono susseguite le 5 sessioni previste, a breve verranno pubblicati in rete i lavori del convegno.

La prima sessione, sul tema Il valore della cooperazione interreligiosa, è stata presieduta dal collaboratore di CEM Mondialità Adel Jabbar, sociologo, che ha coordinato gli interventi dei sette relatori previsti. Questa sessione ha visto la presenza di una delegazione israeliana, che ha fatto riflettere su come sia possibile costruire la pace tra Israele e Palestina con progetti concreti partendo direttamente dalla popolazione, portando come esempio il loro progetto MEPI (Middle East Peace Initiative).
Intanto alcuni punti emersi e ripresi da articoli usciti on line: “Il Dr. Yousef Sbai, Vice Presidente dell’Unione Comunità Islamiche d’Italia, ci fa riflettere sul fatto che quando un innocente è ucciso dai bombardamenti, tutta l’umanità muore insieme a lui e nessuno può voltarsi dall’altra parte, perché parlare di pace significa anche interrogarsi su quello che succede nel mondo. Anche il prof. don Pierluigi Boracco sottolinea che il concetto di pace deve essere universale, perché solo un mondo basato sul rispetto reciproco e sulla cooperazione può raggiungere questo ambizioso obiettivo. È anche una questione di responsabilità, i diritti vanno compresi ma soprattutto messi in pratica e solo così una fede non eliminerà più l’altra...”

La seconda sessione, dal titolo Il ruolo della politica, è stata presieduta da Rosario Montalbano, Assessore all’Istruzione del Comune di Monza. Tra i politici presenti, l’ex ministro e ora parlamentare europeo, Cécile Kyenge, che ha inquadrato il problema della pace dal punto di vista della gestione dell’immigrazione: si è parlato perciò di progetti realizzati o in corso riguardanti soprattutto l’integrazione e l’accoglienza dei migranti sul territorio nazionale. Un’integrazione che non passa certo attraverso l’assimilazione, bensì attraverso l’accettazione della pluralità delle culture e delle fedi.
Dopo l’intervallo per il pranzo, il coro Vocalincanto guidato da Daniela Cattaneo, ha offerto una selezione di opere molto apprezzata.

Nella terza sessione dedicata al ruolo dei mass media e coordinata da Mauro Sarasso, si sono toccati molti aspetti, dalla necessità – sostenuta da Carlotta Morgana de “Il Giorno” - di “restituire dignità al mestiere del giornalista”, di “mettere al bando il pressappochismo” e di “ripartire dal giornalismo d’inchiesta basato su fonti certe, documenti e testimonianze”, all’importanza di “dare un volto e un nome alle storie che si raccontano”, rivendicata da Daniele Biella di “Vita”.

Nella quarta sessione, La parola alle associazioni, hanno preso la parola i rappresentanti di otto organizzazioni i cui obiettivi hanno al loro centro la promozione della pace. Tra questi i Presidenti delle Associazioni organizzatrici: Carlo Zonato, presidente nazionale dell’UPF, ed Elisabetta Nistri, presidente nazionale della Women’s Federation for World Peace. La quinta e ultima sessione, La parola ai giovani, è stata presieduta da Wesam El Husseiny, Ambasciatrice di Pace; i rappresentanti di sette associazioni giovanili hanno presentato le loro proposte e soprattutto le loro testimonianze su come si può mirare alla realizzazione della pace.

Scarica il documento completo formato pdf

Video UPF

 

Summit 2020 Video

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.